Dal 15 ottobre 2014 è diventata obbligatoria la “carta d’identità” per gli impianti presenti nelle abitazioni degli italiani. Non solo caldaie e sistemi di riscaldamento ma anche sistemi di climatizzazione, impianti solari, pompe di calore o teleriscaldamento. Le novità arrivano insieme all’entrata in vigore del D.M. 10 febbraio 2014 che attua il Dpr n. 74/2013 con il quale prende ufficialmente il via una piccola rivoluzione in tema di manutenzione e certificazione degli impianti.
Che cosa è il libretto
Il tradizionale libretto, fino ad oggi riservato essenzialmente alla caldaia, verrà sostituito da un formato ampliato contente i dati relativi a tutti i sistemi di climatizzazione dell’abitazione e nel quale annotare e certificare ogni momento della vita dell’impianto, dalla prima accensione alla demolizione.
Vi si riporteranno modifiche, sostituzioni di apparecchi e componenti, interventi di manutenzione e di controllo, valori di rendimento, cambi di proprietà.
Con le nuove norme ogni impianto dovrà, inoltre, essere “targato” ovvero identificato da un codice univoco di riconoscimento allegato al libretto. Entrambi i documenti dovranno poi essere necessariamente trasmessi al Curit, il nuovo catasto degli impianti termici, istituito dalle regioni in ottemperanza al Dpr n. 74/2013, attraverso il quale l’ente locale potrà avere una mappatura puntuale e aggiornata dello stato degli impianti termici del territorio.
Chi è obbligato
Tale obbligo riguarda in primis le caldaie tradizionali ma si estende altresì ai condizionatori (in Lombardia solo per quelli con potenza utile nominale superiore ai 12 kW) e a qualsiasi altro tipo di riscaldamento (pompe di calore, cogeneratori, teleriscaldamento, dispositivi alimentati da fonti rinnovabili).
Restano esclusi solo gli scaldacqua per uso igienico –sanitario a servizio di immobili ad uso abitativo.
Quando adeguarsi
Le nuove disposizioni sono entrate in vigore lo scorso 15 ottobre ma l’obbligo per gli utenti di provvedere ad aggiornare le proprie certificazioni scatterà in occasione del primo controllo utile sull’efficienza del dispositivo prova fumi, da effettuarsi secondo le scadenze già previste.
Per essere in regola sarà dunque sufficiente attendere la prossima visita di manutenzione della caldaia e richiedere in quella occasione la compilazione del nuovo libretto, da affiancare a quello vecchio, che andrà comunque conservato.
Le sanzioni
Attenzione a non sottovalutare l’importanza dell’aggiornamento: le sanzioni per chi non provvederà a regolarizzare la documentazione nei termini stabiliti varieranno dai 500 ai 3.000 euro. Le verifiche non verranno più effettuate a campione, ma si partirà da coloro che non hanno svolto gli interventi e del cui impianto non è arrivata alcuna notifica al catasto.
Aggiornarsi e rapportarsi al mutato scenario diventa perciò sempre più essenziale: non solo per essere in regola con la legge ed evitare sanzioni, ma per garantire la sicurezza degli impianti domestici ed evitare il rischio di apparecchi pericolosi.
TERMAR 3000 seguirà i propri clienti nel percorso di adeguamento normativo degli impianti curando, con professionalità e competenza la fornitura e la compilazione dei libretti previsti, provvedendo alla regolare targatura degli impianti, nonchè al cogente adempimento di comunicazione al CURIT regionale.